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Azioni giapponesi: trascurate e sottovalutate

Dopo un 2020 positivo, negli ultimi 12 mesi il mercato azionario giapponese ha realizzato performance meno positive della maggior parte degli altri mercati sviluppati, anche a causa delle rigide norme per il Covid, delle strozzature nelle catene di distribuzione e dell’aumento dei prezzi delle materie prime. Reiko Mito di GAM Investments illustra quattro ragioni per cui, nonostante le difficoltà, ritiene che ci sia ragione di essere ottimisti.

04 maggio 2022

Riacquisti di azioni proprie a livelli record

Negli ultimi 12 mesi (al 31 marzo 2022), le aziende giapponesi hanno annunciato riacquisti di azioni proprie record, per 8.100 miliardi di yen ovvero 64 milioni di dollari. Si tratta di un aumento del 68% rispetto ai 12 mesi precedenti. È la dimostrazione che i gestori hanno fiducia nei fondamentali sottostanti delle società giapponesi. I dividendi sono preziosi per gli investitori, ma i riacquisti di azioni proprie servono a remunerare gli azionisti, indipendentemente dalla durata della partecipazione, beneficiando nel contempo le aziende stesse.

Corporate governance in miglioramento

Le società giapponesi negli ultimi anni si sono impegnate a migliorare la corporate governance. In particolare è stato rivisto il codice di Corporate governance e la nuova versione è entrata in vigore nel giugno 2021.

Tra le novità, le aziende quotate sul mercato prime (il livello più alto per la Borsa valori di Tokyo) dovranno migliorare la qualità e la quantità dei dati presentati secondo la Task force sull’informativa finanziaria relativa al clima (TCFD). A nostro giudizio, si tratta di un grosso passo avanti in una fase in cui molte aziende stanno valutando quali dati raccogliere e quali pubblicare.

Inoltre, il Codice prevede che le società dovrebbero impegnarsi di più sul fronte della diversità. Anche grazie ad Abenomics, la partecipazione delle donne nella forza lavoro è aumentata negli ultimi anni, c’è però ancora molto da fare. Molte aziende, in particolare nel settore dei macchinari, sostengono che ci sono ancora poche donne che hanno sia competenze tecniche che manageriali. Dalle statistiche dell’OCSE emerge infatti che la percentuale di donne con una laurea in scienze, tecnologia, ingegneria e matematica in Giappone è tra le più basse al 15%, rispetto al 36% negli Stati Uniti e al 39% nel Regno Unito1 . Finora le aziende si limitavano a organizzare programmi di formazione periodici per le donne o a farle partecipare a conferenze universitarie, ma in occasione della prossima stagione delle assemblee generali a maggio ci aspettiamo qualche segnale in più.

Bassa inflazione

L’inflazione è salita molto, in particolare negli Stati Uniti dove a marzo ha superato l’8,5%. Al contrario, in Giappone potrebbe attestarsi sul 2% nei prossimi mesi. Sebbene il Giappone non sia immune a forti pressioni inflazionistiche poiché importa la maggior parte delle materie prime di cui ha bisogno, tra cui alimentari ed energia, è prassi comune nel Paese mantenere stabili i prezzi al consumo. Quando i prezzi delle risorse salgono, i produttori di beni di consumo, anziché alzare il prezzo del prodotto, in genere ne riducono il contenuto o le caratteristiche.

L’epoca dei tassi bassi e dell’inflazione prevedibilmente bassa potrebbe finire, soprattutto nel caso in cui il governo giapponese decidesse di deregolamentare il mercato del lavoro, tuttavia questo non è lo scenario che prevediamo nell’immediato.

Leader globali nella robotica

Il Giappone è il numero uno al mondo nella produzione di robot industriali, con il 45% delle forniture globali. Negli ultimi anni, i fornitori di robot del Paese hanno incrementato notevolmente la capacità produttiva, e nel 2020 le esportazioni sono salite al 78%, con la spedizione di 136.069 robot industriali2.

Sulla base della nostra ricerca recente, i produttori di robot hanno accelerato l’introduzione di gemelli digitali, ovvero una copia virtuale della macchina fisica. Il gemello digitale utilizza un software (o più specificatamente un simulatore di una macchina a controllo numerico e un simulatore robotico) per simulare robot, processi, sistemi e persone nella catena di produzione. Se consideriamo che la programmazione e l’integrazione rappresentano circa il 50-70% del costo di un’applicazione robotica, e storicamente hanno reso l’automazione troppo costosa per molti produttori, questa nuova tecnologia potrebbe essere un fattore di differenziazione.

Diversi produttori nel campo della robotica ci hanno detto, recentemente, che il loro bacino di clientela è maggiormente diversificato. Oltre al settore automotive tradizionale, oggi comprende nuove industrie con cicli produttivi brevi per un’ampia gamma di prodotti, tra cui batterie, alimentari e farmaceutici, e noi prevediamo si continui su questa strada.

Nonostante le sfide che il Giappone ha dovuto affrontare di recente, crediamo che ci siano numerose ragioni per essere ottimisti sulle prospettive delle aziende giapponesi in futuro. Restiamo comunque convinti che una gestione attiva sia fondamentale per selezionare le aziende in grado di produrre rendimenti robusti nel lungo periodo.

1 Fonte: http://www.compareyourcountry.org/gender-equality/en/0//default/
2Fonte: International Federation of Robotics; https://ifr.org/
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Le informazioni contenute in questo documento hanno unicamente fine informativo e non vanno considerate come una consulenza di investimento. Le opinioni e le valutazioni contenute in questo documento possono cambiare e riflettono il punto di vista di GAM nell’attuale situazione congiunturale. Non siamo responsabili dell’accuratezza e della completezza delle informazioni contenute nel presente documento. Non si rilascia alcuna garanzia che le previsioni saranno rispettate. Gli strumenti finanziari menzionati sono riportati unicamente a scopo di esempio e non vanno considerati un’offerta diretta, una raccomandazione o un consiglio di investimento. Posizioni e investimenti sono soggetti a variazione. I rendimenti passati non sono indicativi dei risultati attuali o futuri.

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